Il pensiero sistemico: un approccio innovativo ai problemi
In un contesto aziendale in continua evoluzione, caratterizzato da complessità crescenti....
La Commissione Europea, nei primi mesi del 2021, ha presentato il piano “Strategia per i Diritti delle Persone con Disabilità 2021-2030”. Il piano ha l’obiettivo di migliorare la vita delle persone con disabilità all’interno della Comunità Europea e prevede alcune priorità, che sono:
Il piano presentato nel 2021 è la continuazione di un piano precedente “Strategia Europea sulla Disabilità 2010-2020” che ha prodotto risultati molto positivi.
Il piano prevede degli obiettivi di accessibilità vincolanti ma lascia ad ogni singolo Stato membro la facoltà di definire come raggiungerlo purché sia attuato e implementato entro il 2025.
Entrando nell’ambito dell’accessibilità di strumenti software, l’Italia è stato uno dei primi paesi a legiferare in tal senso. Infatti, prendendo come riferimento l’articolo 3 della Costituzione Italiana, tutti i cittadini “hanno pari dignità sociale”, il che significa che ad ogni persona deve essere garantita la partecipazione alla vita pubblica del paese, a prescindere dalla loro condizione fisica, economica e sociale.
In base a questo principio, il 9 gennaio 2004 il Parlamento italiano approva la legge Stanca, primo provvedimento che obbliga la Pubblica Amministrazione a realizzare contenuti digitali fruibili da internet, accessibili a tutte le persone con disabilità.
La legge era destinata alla Pubblica Amministrazione ma anche a:
Purtroppo, però, l’applicazione della legge è stata spesso “dimenticata” sia per motivi tecnologici che di tempi di rilascio dei requisiti tecnici.
Arriviamo quindi al 2016, anno in cui viene emanata la direttiva n.2102 della Comunità Europea sull’Accessibilità.
In estrema sintesi, viene stabilito che:
Cosa si intende per accessibilità di un sito web o APP? Significa realizzare un manufatto digitale che sia perfettamente usufruibile da tutte le persone, portatori di handicap inclusi. All’interno del termine “portatori di handicap”, declinato in ambito web, ci sono diversi livelli e gradi di disabilità.
Senza entrare nello specifico, citiamo:
Come si adegua un sito web o APP per renderlo accessibile? La risposta è sviluppare l’applicazione seguendo le linee guida che definiscono l’accessibilità di uno strumento digitale.
Le regole o linee guida sono definite in modo chiaro all’interno delle WCAG (Web Content Accessibility Guidelines). Le WCAG sono redatte all’interno del WAI (Web Accessibility Initiative) branchia del W3C (World Wide Web Consortium) che nella sua definizione ufficiale si descrive: “La Web Accessibility Initiative (WAI) del W3C sviluppa standard e materiali di supporto per aiutarti a comprendere e implementare l'accessibilità.”
Un ulteriore importante distinzione, necessaria per fare chiarezza sull’argomento è la distinzione tra sito web Usabile e sito web Accessibile.
Un sito web Usabile è costruito tramite modelli più che attraverso l’implementazione di norme ed è valutato dagli utenti. È usabile, facile, etc….
Un sito web Accessibile invece è tale perché implementato attraverso l’osservanza di regole prestabilite ed è utilizzabile da tutte le persone. Questo rende l’usabilità parte dell’accessibilità. Al contrario, un sito web usabile non è detto che sia anche accessibile.
Le WCAG, quindi, definiscono le regole da rispettare per implementare pagine web accessibili. Nel corso del tempo sono cambiate per recepire i progressi in ambito tecnologico (software e hardware).
Le WCAG vengono rilasciate nel 1999 con la versione 1.0 che riportava solo 14 indicazioni tecniche relative a HTML e CSS.
Nel 2008 viene rilasciata la versione 2.0. Rispetto alla precedente versione sono state apportate notevoli migliorie soprattutto tecniche da applicare a tutte le tipologie di programmazione.
Le WCAG definiscono dei livello di conformità attribuiti ai siti web e APP che stabilisce il grado di accessibilità:
Stabiliti i livelli di accessibilità, le WCAG elencano i requisiti da soddisfare. I requisiti sono 12 e sono raggruppati per “principi ispiratori”.
Ogni requisito a sua volta specifica un elenco di informazioni tecniche (punti di controllo) che devono essere soddisfatti. Per ogni Punto di controllo viene stabilito il livello di conformità che viene soddisfatto.
Se l’obbligo già riguarda le società pubbliche e le altre entità sopra citate, dal 28 giugno 2025 l’obbligo di dotarsi di siti web e APP accessibili riguarderà tutte le aziende. Restano per ora escluse le microimprese (imprese con meno di 10 dipendenti) anche se saranno incoraggiate a sviluppare soluzioni accessibili.
Come faccio a rendere il sito web accessibile? La risposta corretta alla domanda è sempre vaga, ovvero DIPENDE.
Dipende da diversi fattori, soprattutto tecnologici.
Se il sito web è obsoleto, non è detto che sia da rifare. Spesso infatti siti web “semplici”, sviluppati da diversi anni, soddisfano già diversi requisiti. Più difficile adottare soluzioni accessibili in siti web dal design molto “spinto” e ricchi di animazioni. Seppur di recente sviluppo, un sito web di questo tipo potrebbe richiedere sforzi maggiori.
In generale è doveroso affermare che accessibilità non significa “nessuna personalità”. C’è modo di fare coesistere estetica e accessibilità. Basta sviluppare da subito pensando all’accessibilità come obiettivo e costruire attorno a questo la parte prettamente grafica ed emozionale.
In un contesto aziendale in continua evoluzione, caratterizzato da complessità crescenti....
In quest'epoca di enorme cambiamento e di trasformazione digitale, una efficace gestione dei progetti è l'arma…
Quando si sceglie Dynamics 365 Business Central come proprio sistema ERP, una delle prime decisioni da…