Il pensiero sistemico: un approccio innovativo ai problemi
In un contesto aziendale in continua evoluzione, caratterizzato da complessità crescenti....
Il titolo dell’articolo è quanto di più scontato e inutile potessi scrivere. Quindi, se stai leggendo queste righe, qualcosa ti deve aver colpito, incuriosito ad andare oltre. Forse io non l’avrei fatto.
Qualità di un sito. Bene, ma da che punto di vista? Si potrebbero scrivere capitoli su capitoli solo parlando della parte tecnologica perché, a differenza della parte grafica che è spesso soggetta ad un giudizio personale: Mi piace, non mi piace, quella tecnologica è oggettiva. Nelle righe seguenti voglio infatti porre l’attenzione, non tanto a quello che piace a noi, ma a quello che piace a Google.
Quante volte hai sentito parlare di: il tuo sito sarà ottimizzato per lo “spider” di Google. Ottimizziamo il tuo sito per Google e così via… Per chi non è del settore, questo argomento sembra essere un mistero da maghi, qualcosa celato dietro ad un mistero fumoso. In effetti, qualcosa di vero c’è. Da un po’ di tempo però Google ha introdotto nuovi sistemi di valutazione di un sito che, tradotto, significa: se piace e rispecchia i parametri di Google allora la visibilità nel marasma del web aumenta.
Google ha da sempre fatto scuola in ambito di User Experience, Architettura dell’informazione, Usabilità ecc.. da qualche anno ha infatti introdotto dei parametri valutativi di tale esperienza: i Core Web Vitals, dichiarando che tali valori contribuiranno al giudizio del sito web in ottica di visibilità nella SERP.
Quali sono questi parametri?
Google indica inoltre che, per avere prestazioni soddisfacenti e quindi un boost alla visibilità, il 75% dei caricamenti di pagina sul sito web deve raggiungere o superare gli obiettivi di prestazione consigliati.
Alla luce di ciò che abbiamo appena detto è evidente che Google stia cercando di spingere nella direzione dell’usabilità dei siti web.
Progettare siti web che rispondano a questi parametri richiede competenze tecniche approfondite. Unire tali necessità ad un layout gradevole ed in linea con l’immagine del brand condito con una buona dose di “originalità” e “tecnologia effetto wow” è ancora più stimolante e impegnativo. Tale percorso si ottiene solo partendo da esperienza, conoscenza e programmazione precisa di ogni singola parte del progetto. Non c’è spazio per improvvisare. Non c’è spazio per copia/incolla e soprattutto non c’è spazio per la fretta e la frenesia.
Google riporta l’utente al centro. L’utente deve vivere un’esperienza positiva e gradevole quando apre una pagina web. Si sente l’esigenza di tornare al web ed al suo scopo primario, evitando pericolose deviazioni verso pagine e contenuti web che mettono al centro l’impatto estetico e il voler “stupire” con effetti mirabolanti, a discapito di usabilità e accessibilità.
Quel che è certo è che questo é il presente e, trattandosi di Google, non si può certo “far finta di niente”. Questa è la realtà e con essa ci si deve scontrare se si vogliono ottenere dei risultati.
Ma venendo al sodo, come faccio quindi ad avere un sito web di qualità e arrivare in prima pagina nei motori di ricerca?
In tutto questo possiamo presupporre che anche la frequenza di rimbalzo potrà essere una metrica importante che, unita al tempo di permanenza sulla pagina e l'engagement complessivo dell'utente, consentirà a Google di capire l’interesse dell’utente nei confronti della pagina.
Non ci resta che concludere con un augurio… Buon lavoro.
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