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Thinking Like AI: un nuovo approccio al design dell’interfaccia utente

In un recente articolo pubblicato su Microsoft Design (link), Michael O’Sullivan propone un nuovo approccio alla progettazione dell’esperienza utente (UX) per i sistemi basati su intelligenza artificiale (IA). L’idea centrale è che, nel design di interfacce e interazioni con l’IA, non basta concentrarsi solo sugli utenti umani, ma bisogna considerare anche il punto di vista dell’IA stessa. Questo significa progettare tenendo in considerazione come l’IA percepisce le informazioni, elabora i dati e prende decisioni, in modo da rendere l’interazione più efficace e fluida per entrambe le parti.

Perché pensare come un’IA?

Tradizionalmente, il design UX si è concentrato esclusivamente sul modo in cui gli utenti umani interagiscono con i sistemi, cercando di rendere le interfacce intuitive, accessibili e semplici da usare. Tuttavia, con l’introduzione dell’IA nei prodotti digitali, emerge una nuova sfida: l’IA stessa “diventa utente” e deve “comprendere” le intenzioni degli utenti, interpretare correttamente i dati e rispondere in modo adeguato. Se l’IA non è in grado di processare correttamente le informazioni fornite dagli utenti o se il suo comportamento non è chiaro, l’esperienza complessiva risulta frustrante e inefficace.

In particolare, l’intelligenza artificiale deve essere progettata per capire il contesto, interpretare i segnali in ingresso e rispondere in modo significativo. Ad esempio, in un assistente virtuale, se l’IA non comprende correttamente una richiesta, la risposta potrebbe essere irrilevante o addirittura errata, causando frustrazione nell’utente.

Un nuovo approccio al design UX per l’IA

Per affrontare questa sfida, O’Sullivan descrive un metodo sperimentale adottato con il team di Microsoft Dynamics 365, basato su una collaborazione più stretta tra designer UX e sviluppatori di IA. L’approccio prevede:

  1. Progettare per la comprensione reciproca – Bisogna creare interfacce che non solo siano facili da usare per gli umani, ma che aiutino anche l’IA a comprendere il contesto e a rispondere in modo appropriato. Ciò significa integrare funzionalità come il riconoscimento semantico, in modo che l’IA possa interpretare con precisione le intenzioni degli utenti.
  2. Sviluppare strumenti per “pensare come l’IA” – Il team ha creato framework che aiutano i designer a vedere il mondo dal punto di vista dell’IA, comprendendo meglio come essa elabora informazioni e prende decisioni. Tecnologie come l’elaborazione del linguaggio naturale (NLP) e il machine learning sono utilizzate per migliorare la capacità dell’IA di comprendere le richieste e rispondere in modo dinamico.
  3. Testare e iterare continuamente – Il design dell’IA deve essere un processo iterativo, con test continui per migliorare la comprensione reciproca tra utenti e IA stessa. In questo contesto, è importante eseguire test A/B, non solo per valutare l’efficacia delle risposte dell’IA, ma anche per migliorare la fluidità dell’interazione.

L’obiettivo finale

L’articolo sottolinea che, adottando questo approccio, è possibile creare sistemi basati su IA che siano più affidabili, intuitivi ed efficaci. Il design UX non riguarda più solo l’utente umano, ma diventa un processo che deve bilanciare le esigenze dell’utente e quelle dell’IA, garantendo un’interazione più naturale e fluida. L’adozione di tecniche di deep learning, per esempio, permette all’IA di apprendere dal comportamento degli utenti e affinare le risposte nel tempo, contribuendo a una costante ottimizzazione dell’esperienza.

In sintesi

Credo che adottare un approccio di design che tenga conto sia delle esigenze degli utenti umani che di quelle dell’IA non solo migliora l’efficacia delle interazioni, ma contribuisce anche a creare un’esperienza utente più armoniosa e soddisfacente. Questo equilibrio tra uomo e macchina rappresenta il futuro del design UX e offre nuove opportunità per innovare e migliorare continuamente.

Fabio Luinetti Vai a Linkedin 14 Febbraio 2025